Perché tante frane in Appennino?
L’Emilia-Romagna è una delle regioni italiane con il più alto tasso di pericolosità per frane e rischio idrogeologico.
Le frane rappresentano un fenomeno naturale strettamente connesso alle caratteristiche litologiche e geologiche del nostro territorio e anche al fatto che il nostro è un Appennino ancora in evoluzione, "giovane" dal punto di vista morfologico.
L’evento verificatosi, con uno sviluppo di circa 1.000 frane di nuova attivazione o riattivazione, si configura in ogni caso come particolarmente significativo per impatto, diffusione e danni registrato negli ultimi decenni, in particolare sulla Romagna, dove bisogna tornare alle cronache del 1939 per trovare una situazione molto simile di frane diffuse.

La Regione da anni censisce i dissesti presenti sul territorio attraverso la Carta Inventario delle frane, che ad oggi ne conta oltre 82.000, riguardanti il 12% del territorio regionale. Inoltre, è stata raggiunta una copertura del 97% di territorio sul quale esiste una cartografia geologica complessiva e ufficialmente riconosciuta a livello statale.
Questi quadri conoscitivi sono preziosi: sono infatti alla base degli strumenti che governano la pianificazione del territorio favorendone un uso compatibile con le condizioni di pericolosità.
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