Subentro
nella direzione della rivista a due cari amici: Luciano Vandelli, che lha ideata e
diretta per molti anni, e Marco Cammelli, che ne ha inaugurato la nuova serie,
ribattezzata "Le Istituzioni del federalismo - Assessorato Affari istituzionali,
autonomie locali, Regione Emilia-Romagna".
Nel suo editoriale desordio
Marco Cammelli spiegava con chiarezza il motivo del mutamento di titolo della rivista:
negli ultimissimi anni si è aperta in Italia una nuova stagione di dibattito e di
progettazione istituzionale che ha nella riforma federale dello Stato uno dei suoi perni
essenziali. È indispensabile che le Regioni e il mondo delle autonomie si inseriscano nel
dibattito e concorrano alla progettazione dando il loro apporto culturale e politico,
perché è stata proprio lassenza del regionalismo uno dei principali motivi dello
stentato decollo delle Regioni in Italia.
Condivido appieno lanalisi e il
proposito di fare di questa rivista uno strumento culturale adeguato alle esigenze della
stagione che si è aperta. Non posso che comprendere infatti la preoccupazione di quanti
temono i risultati di una revisione, che si vuole profonda, del nostro sistema
istituzionale, che non sia accompagnata da unelaborazione culturale adeguata e da
una forte tensione ideale e politica. Purtroppo i rischi sono davanti agli occhi di tutti:
se i risultati che ha prodotto la Commissione Bicamerale sono così deludenti (e non solo
per la parte che riguarda il sistema delle autonomie), la causa principale è forse
proprio limpermeabilità culturale e la pochezza ideale che ne hanno caratterizzato
i lavori. Ed i primi segnali che ci vengono dallattuazione della "legge
Bassanini" promessa di un radicale riordino in senso federale delle relazioni
centro-periferia, sia pure "a costituzione invariata" non sono affatto
più incoraggianti: anche qui la sottile rete della conservazione burocratica sembra
capace di avere la meglio su una volontà politica ancora troppo incerta, imprecisa negli
obiettivi strategici, poco orientata da modelli chiari.
Se le Regioni vogliono uscire da
questa fase rafforzate nella loro capacità di governo dovranno lottare: e altrettanto
dovranno fare gli enti locali, i cui interessi di questo sono sempre stato
profondamente convinto non sono mai opposti a quelli delle Regioni. Comuni,
Province e Regioni, da questa lotta, o usciranno insieme rafforzati o usciranno insieme
sconfitti. Ed a questa lotta anche la nostra rivista vuole dare il proprio modesto
apporto, naturalmente dalla parte delle autonomie.
I programmi editoriali sono presto
detti. Lattuazione della legge 59 (la "legge Bassanini", appunto)
occuperà la scena nei prossimi mesi: ai decreti delegati dovranno seguire le leggi
regionali di devoluzione delle funzioni amministrative agli enti locali. Il principale
compito della rivista sarà dunque accompagnare questo complesso processo, cercando di
fornire alle Regioni e agli enti locali qualche strumento in più per una completa
valorizzazione delle occasioni che la legislazione nazionale offrirà loro: iniziamo già
da questo fascicolo, dedicato alla prima esperienza dei rinnovati organi di concertazione
tra Stato, Regioni e enti locali. Eppoi, appena in secondo piano, resterà il problema
delle riforme costituzionali. Non sarà questo, con ogni probabilità, lanno
decisivo per i lavori "costituenti", ma sicuramente è importante seguire il
dibattito nelle Camere, con la speranza che lì possano rafforzarsi le ragioni delle
autonomie, che scarsa accoglienza hanno ricevuto dalla Commissione Bicamerale. La rivista
cercherà di dare ancora il suo apporto di approfondimento scientifico e di proposta, con
un occhio di particolare riguardo per lesperienza degli altri paesi europei
contrassegnati da una struttura federale o regionale: non tanto per riproporne i modelli,
già abbastanza noti, ma soprattutto per cogliere gli insegnamenti che derivano dal
concreto funzionamento delle loro istituzioni.
Un ultimo obiettivo è di potenziare
la funzione di documentazione della rivista. Tramontata lepoca della carta, sempre
in (ormai) insopportabile ritardo, la documentazione verrà offerta in rete. La rivista,
infatti, verrà "messa in Internet", in un sito che consentirà di consultarne
gli indici, gli editoriali, i materiali raccolti, gli indirizzi degli altri siti utili. La
"carta" servirà a diffondere le idee, mentre la rete contribuirà al
potenziamento della documentazione: il "sito" è quindi aperto per chiunque
voglia diffondere il proprio pensiero o i propri documenti.
Questi, dunque, i buoni propositi per
il futuro. Ma voglio chiudere il mio primo editoriale ricordando Andrea Cusmano, che tanto
spesso ha partecipato alle iniziative di questa rivista: e che se ne è andato nei giorni
di Natale lasciando un grande vuoto nella Regione che dirigeva, la Toscana, e uno assai
doloroso tra noi, che gli resteremo amici.