Terremoto, la ricostruzione

Ricostruzione. Rivara di San Felice sul Panaro (Mo), riapre al culto la seicentesca chiesa parrocchiale della Natività di Maria Santissima. Ristrutturazione finanziata dalla Regione con oltre 1,6 milioni di euro. L’assessore Costi: “Orgogliosi di aver restituito alla comunità il principale simbolo del paese”

La struttura era stata gravemente danneggiata dal terremoto del 2012. L’inaugurazione nel pomeriggio di sabato 29 giugno, con una Messa solenne presieduta dall’Arcivescovo Abate di Modena-Nonantola monsignor Erio Castellucci

27/06/2019 12:02

Bologna - Era stata gravemente danneggiata dal terremoto del 2012. E sabato 29 giugno sarà restituita alla comunità di Rivara, località di San Felice sul Panaro (Mo). È la seicentesca chiesa parrocchiale della Natività di Maria Santissima, ora completamente restaurata grazie al finanziamento della Regione - con i fondi del Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini-,pari a 1 milione e 230 mila euro, per il primo stralcio di lavori già realizzati, a cui si aggiungono 400 mila euro per un secondo stralcio di interventi, attuati dall’Arcidiocesi di Modena-Nonantola.
Alla cerimonia di inaugurazione e di riapertura al culto, a partire dalle ore 16.30, sarà presente l’Arcivescovo Abate Modena e Nonantola, monsignor Erio Castellucci, che celebrerà la Messa solenne.
“Viene restituito alla comunità il principale simbolo della frazione- afferma l’assessore regionale alle Attività produttive e Ricostruzione post sisma, Palma Costi-. È un fatto importante, perché l’identità delle nostre comunità passa anche attraverso la ricostruzione dei luoghi di culto, spesso depositari di tesori unici, che sono i segni più tangibili della bellezza delle nostre città, oltre che basilari nella dimensione religiosa. Un segno concreto che la ricostruzione prosegue in stretta collaborazione tra Regione, Diocesi e Ministero dei Beni culturali”.

L’intervento
I lavori hanno riguardato la ricostruzione del timpano e di tutta la facciata, la riparazione degli alzati, il consolidamento dell’arco trionfale del presbiterio, il rifacimento completo del tetto del presbiterio, il rafforzamento locale del tetto dell’aula liturgica e quello di tutti i tetti laterali, la ricostruzione completa della lanterna della cupola e il rafforzamento della stessa, nonché il ritinteggio interno ed esterno (a esclusione delle decorazioni artistiche) e il rifacimento di tutti gli impianti preesistenti alla data del sisma.

La ricostruzione degli edifici di culto in Emilia 
Dopo il sisma del 2012, per il ripristino degli edifici di culto dell’Emilia danneggiati sono stati stanziati 312 milioni di euro, di cui 273 milioni del Commissario e 39 milioni provenienti da cofinanziamenti. Nei mesi successivi alle scosse erano stati subito riaperte 54 chiese (con una spesa di oltre 15 milioni di euro), con interventi di messa in sicurezza: inoltre erano stati realizzati, per assicurare la continuità di culto, 15 edifici provvisori con una spesa di quasi 6,3 milioni di euro.

La chiesa della Natività di Maria Santissima e la sua storia
La chiesa, che risale ai primi decenni del 1600, presenta la facciata che richiama gli elementi dell’architettura classica, suddivisa da quattro semipilastri che dipartono da uno zoccolo posto alla base e collegati fra loro da una cornice al di sotto del timpano.
Nel timpano vi è un affresco raffigurante l’assunzione della Beata Vergine Maria tra angeli eseguita nel 1958 da Giovanni Botti di Domodossola, durante i restauri della facciata. Sulla destra della chiesa, staccata da essa, il campanile, alto circa 26 metri, a base quadra.
L’interno della chiesa presenta a una sola navata e sei cappelle laterali. Il soffitto è a cassettoni in legno e risale agli anni 1957-58, ha sostituito l’antico soffitto, identico nelle strutture e dimensioni, risalente alla seconda metà del 1600.
Sulla parete di fondo del presbiterio è posto il quadro della Natività di Maria, titolare della chiesa, dipinto dai colori accesi sul cangiante per esaltare l’atmosfera gioiosa: opera della seconda metà del 1500 attribuita alla scuola del Guercino.

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