Quali tutele per gli orfani di femminicidio dopo l’approvazione della legge? A Modena un importante convegno
All’incontro sono intervenuti operatori sociali, sanitari e del mondo della giustizia che a diverso titolo si adoperano a tutela dei bambini, insieme a testimoni che hanno portato la loro esperienza di familiari toccati dal lutto.
Come già l’anno precedente, anche quest’anno la Fondazione è stata invitata dagli organizzatori per presentare il proprio lavoro, che ancor prima della legge, in questi anni, è intervenuta a potenziare, almeno in Emilia Romagna, la protezione per i bambini e le bambine che hanno perso la madre, quasi sempre per mano del padre. Questa volta però la Fondazione è stata presente solo attraverso un messaggio, che riportiamo di seguito.
I migliori auguri di buon lavoro desidero inviare per l'importante seminario che si terrà domani a Modena sulla tutela degli orfani di femminicidio.
Sullo stesso tema ci siamo confrontati poco più di un anno fa, ancora a Modena, auspicando strumenti normativi più adeguati alle necessità di questi bambini e ragazzi. Una legge è stata nel frattempo approvata, ed è un’aggiunta importante in un quadro che tendeva ad essere davvero troppo poco protettivo.
Come Direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati ho l’onore di rappresentare un’esperienza sicuramente insolita sul piano nazionale, quella appunto di una Fondazione nata nell’ormai lontano ottobre 2004 dall’impegno degli Enti Locali – Regione Emilia-Romagna, Province, Comuni capoluogo – proprio per dare risposte concrete e immediate alle persone colpite da gravissimi reati dolosi.
In questi quasi 15 anni la Fondazione ha accolto oltre 300 istanze e assegnato più di 2,5 milioni di Euro per sostenere bambini e adulti feriti dalle violenze più gravi. Spese sanitarie, di psicoterapia, di assistenza, o semplicemente contributi per una quotidianità stravolta da un evento impensabile sono stati versati dalla Fondazione, grazie all'impegno dei Soci che non è mai mancato, e tra questi certamente il Comune di Modena.
Prerogativa della Fondazione è intervenire ancor prima della sentenza (se una persona è abusata o ferita, o subisce un lutto, non c'è bisogno di sapere chi è stato per capire che ha bisogno di aiuto) e guardare a tutte le vittime di tutti i gravi reati. In questo contesto sono molti i femminicidi accaduti in Emilia Romagna dei quali ci siamo occupati, ma tanti sono stati anche gli orfani che hanno perso il padre per morte violenta e che hanno avuto da noi identico supporto, o i genitori privati dai figli, le vittime di rapine e aggressioni particolarmente efferate, oltre ai maltrattamenti in famiglia, gli abusi su minori, le violenze sessuali e via di seguito.
È, questa, la ragione stessa dell’esistenza della Fondazione, ed è ciò che continueremo a fare nei prossimi anni, in una rete ora più ampia e nella quale – fatto assai importante – le tutele normative per gli orfani di femminicidio assicurata dallo Stato non riguarda soltanto l’indennizzo economico ma tutta una serie di rassicurazioni e protezioni fondamentali.
Il mio auspicio è che a favore di tutte le vittime si continui a lavorare sempre più e sempre meglio, secondo quanto previsto dall’Unione Europea da ultimo con la direttiva del 2012 e meglio applicato in molti altri Paesi, ovvero riconoscendo la dignità e i bisogni di tutte le persone offese indipendentemente dal genere, dalle modalità o dalle ragioni per le quali sono state colpite.
Un cordiale saluto e ancora auguri di buon lavoro,
Elena Buccoliero, Direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati