Agroalimentare. Inchiesta prosciutto, controllo e vigilanza sono in capo al Ministero, la Regione chiede chiarezza al ministro e all’Istituto Parma Qualità. Non può continuare oltre lo stato di incertezza sui controlli, fondamentale per la vita di un prodotto Dop. L’assessore Caselli “Una filiera importante del made in Emilia-Romagna, la cui reputazione non può essere offuscata. Si facciano i controlli con rigore, a tutela dei consumatori e degli imprenditori che fanno bene il proprio lavoro"

Convocato un tavolo tecnico in Regione. Indirizzate formalmente le richieste agli enti di controllo e vigilanza

14/06/2019 18:47

Bologna – La Regione non ci sta, e sulla vicenda dei prosciutti vuole la massima trasparenza. Pur non potendo intervenire direttamente né sulla vigilanza dell'organismo di controllo, né sull’attività di controllo vera e propria - che sono materia del ministero Agricoltura (Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari) e dell’Istituto Parma Qualità - l’Emilia-Romagna si è già attivata per avere risposte certe su quanto sta emergendo, che va a discapito della qualità e dell’unicità dei prosciutti emiliano-romagnoli.

“Il prosciutto rappresenta una filiera importante per il sistema agroalimentare emiliano-romagnolo- spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- che non vogliamo venga in nessun modo scalfita. Per questo, vista la persistente mancanza di comunicazioni, abbiamo indirizzato due lettere al ministero e all’Istituto Parma Qualità - che sono responsabili dei controlli, come dovrebbero sapere anche quei politici che lanciano accuse alla Regione, probabilmente senza sapere esattamente di ciò di cui si sta parlando - perché ci diano risposte concrete e dettagliate e si attivino subito. E per questo tre giorni fa abbiamo anche convocato un tavolo tecnico per fare il punto della situazione, dove però - ed è grave - non erano state comunicate le ulteriori criticità organizzative di Ipq emerse oggi”.

“La posta in gioco è così alta che occorre arginare il danno il più in fretta possibile- prosegue Caselli-, anche perché il sistema della Dop deve essere credibile in ogni passaggio: si accertino eventuali irregolarità e si eviti di coinvolgere indiscriminatamente tutti gli operatori ed un marchio storico. In un clima di incertezza non può essere messa in dubbio la qualità di un prodotto che nobilita da sempre la nostra terra”.

“Quando parliamo del prosciutto di Parma, infatti, parliamo di una eccellenza del territorio e dell’Italia, conosciuta in tutto il mondo. E questa vicenda- chiude l’assessore-, se non sarà gestita in modo corretto, rischia di causare una perdita immeritata della quotazione del prodotto dovuta, purtroppo, al non fare di chi può fare”.

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