Imprese e lavoro. Proposta fusione Alstom-Siemens, Regione al tavolo ministeriale. L’assessore Costi: “Fondamentale capire quanto sta avvenendo, Alstom realtà di grande valore per il nostro territorio. Serve un ruolo attivo del Governo”

La multinazionale francese ha a Bologna due divisioni importanti che occupano complessivamente circa 600 lavoratori, più l’indotto. La Regione ha sottoscritto di recente un accordo di programma a sostegno degli investimenti in innovazione e ricerca, oltre a una commessa da 47 treni ‘Pop’

29/01/2019 18:30

Bologna - È di ieri la riunione del tavolo al ministero dello Sviluppo economico in merito alla proposta di fusione del gruppo Alstom con il gruppo Siemens e delle ricadute sul territorio nazionale relativamente a produzione e occupazione. La Regione Emilia-Romagna era presente in quanto la multinazionale francese ha a Bologna due divisioni importanti che occupano complessivamente circa 600 lavoratori, più l’indotto.

 La Regione è intervenuta con Alstom di recente dopo la sottoscrizione di un accordo di programma a sostegno degli investimenti in innovazione e ricerca da realizzare nello stabilimento di Bologna (una analoga decisione è stata presa dalle Regioni Piemonte e Lombardia per gli investimenti previsti nei loro stabilimenti) e con la richiesta di 47 treni “Pop” ordinati dalla Regione stessa. Alstom rappresenta una realtà produttiva di altissimo valore per prodotti, processi industriali e ricerca/innovazione industriale e occupa lavoratori ad alta professionalità. Inoltre, collabora con tante altre realtà produttive e di ricerca regionali, compresa l’Università di Bologna.

 “Per la Regione- sottolinea l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi- è quindi fondamentale comprendere e seguire quanto sta avvenendo in termini di fusione, operazione ancora oggi al vaglio delle autorità europee di vigilanza in materia di concorrenza. Auspicando un ruolo attivo del ministero. Anche questa vicenda, esattamente come nel ben più preoccupante caso di Lactalis-Parmalat, senza scomodare le acquisizioni di Fincantieri, mi porta a sollecitare il Governo a una diplomazia economica verso i Paesi partner europei, compresa la Francia. Devo dire che non ho mai visto una mancanza di attenzione come quella attuale da parte di un Governo rispetto alle ricadute economiche reali e quotidiane sulle imprese, comprese quelle della subfornitura, con rischi evidenti sull’occupazione e sullo sviluppo del comparto manifatturiero. Il problema- chiude l’assessore- è la mancanza di una strategia nazionale di politica industriale in grado di supportare quelle imprese che ogni giorno lavorano, rischiano e mandano avanti il Paese, e territori, come l’Emilia-Romagna, che supportano concretamente le aziende e il lavoro".

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