Diritti. L’assessora regionale Petitti contro il Ddl Pillon: “La proposta va respinta in toto, ci porta indietro di decenni”

Risoluzione dell’Assemblea legislativa impegna la Giunta della Regione a sostenere le ragioni di chi non condivide i contenuti della proposta del senatore leghista Pillon in tema di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità

10/10/2018 16:25

Bologna - “Mi impegnerò contrastare nelle sedi nazionali le proposte contenute nel disegno di legge Pillon in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità. Questo anche sensibilizzando tutti i parlamentari emiliano romagnoli su questo tema”.

Lo ha dichiarato dell’assessora regionale alle Pari opportunità, Emma Petitti, dopo l’approvazione in Commissione Parità e diritti delle persone dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, di una risoluzione che sollecita la Giunta regionale a prendere posizione contro la proposta di legge del senatore della Lega Nord, Simone Pillon, in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità.

“Sono convinta- prosegue Petitti- del fatto che questa proposta di legge vada respinta in toto perché riporta le relazioni uomo-donna e i rapporti familiari indietro di decenni. Al centro ci deve sempre essere la tutela e l’interesse del minore, i magistrati decidono nel merito tenendo conto degli interessi dei minori e, di volta in volta, dei diritti e dei doveri delle madri e dei padri. Che vanno certamente garantiti, ma tenendo sempre conto in primis dell’interesse dei figli minori ed equilibrando quelli delle madri e dei padri separati. Gli automatismi che invece si vogliono introdurre sono gravi, dannosi e rischiano di aprire ferite incalcolabili ai figli dei genitori separati”.

“Oltre a questo- conclude l’assessore regionale- il contenuto del disegno di legge produrrebbe un impatto negativo considerevole rispetto in particolare alle condizioni delle giovani madri italiane, che oltre ad affrontare le difficoltà di un divorzio, dovrebbero anche sostenere percorsi più lunghi, faticosi e onerosi per la separazione”.

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