Fauna selvatica. Operativo a Parma il servizio di recupero degli animali feriti, ora copre tutto il territorio provinciale. Caselli: “Stop alle polemiche inutili, cominciamo ad organizzarci per il 2019“

La Regione ha affidato l’incarico per i 25 Comuni finora scoperti a un veterinario libero professionista che collabora con l’Università di Parma. L’assegnazione è stata decisa dopo due bandi andati deserti, rivolti ad associazioni di volontariato

06/06/2018 16:26

Bologna – Mai più animali selvatici feriti o in difficoltà in mezzo ai campi o ai bordi delle strade, magari dopo essere stati travolti da un auto. È l’impegno della Regione Emilia-Romagna, che ha affidato al veterinario Gian Maria Pisani, un libero professionista che collabora con l’Università di Parma e che in passato ha già ricoperto l’incarico, il servizio di recupero e soccorso dei selvatici (caprioli, istrici, volpi, ecc.) nei 24 Comuni del parmense compresi tra la sinistra del fiume Taro e la provincia di Piacenza rimasti scoperti dall’inizio del 2018.

L’affidamento del servizio, avvenuto secondo le lunghe e complesse procedure del Codice europeo degli appalti dopo che due bandi pubblici emanati nei mesi scorsi e rivolti a Cras e associazioni di volontariato per la raccolta di manifestazioni di interesse erano andati deserti, si affianca all’attività di primo soccorso e recupero dei selvatici già condotta nei 21 Comuni della restante parte del territorio provinciale compresa tra il Taro e la provincia di Reggio Emilia dal Cras San Bernardino di San Polo d’Enza, che svolge il servizio anche per l’intera provincia reggiana.  

“Sono davvero soddisfatta- ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- perché siamo finalmente riusciti a garantire il servizio nell’unica porzione del territorio regionale rimasta finora scoperta. Sul piano amministrativo abbiamo dovuto procedere con un affidamento perché dopo due bandi pubblici fatti per tempo abbiamo ricevuto disponibilità, entro la scadenza, solo per metà della provincia di Parma, da parte, appunto, del Cras San Bernardino. Mi dispiace constatare che, se invece di montare polemiche inutili fin dai primi giorni del 2018, ci fosse stato un impegno comune da parte di tutti i soggetti che a Parma hanno a cuore il problema della fauna selvatica ferita, la situazione avrebbe potuto esser già risolta da mesi”.

L’assessore torna poi sulle polemiche sorte intorno al tema dei rimborsi per il servizio di soccorso: “Le attività di recupero svolte in convenzione dalle associazioni di volontariato non possono essere remunerate, ma vengono rimborsate a rendicontazione, sulla base dei costi sostenuti e documentati e, per ciò che riguarda i rimborsi delle spese di viaggio, in base ai chilometri percorsi, applicando le tariffe Aci in ugual modo su tutto il territorio regionale”.

“Per fare chiarezza una volta per tutte, coordinare al meglio le attività di quest’anno e impostare fin d'ora quelle del 2019- conclude- ho già chiesto al Prefetto di Parma, che si è sempre mostrato molto sensibile su questo tema, di convocare un tavolo di coordinamento con tutti gli attori impegnati su questo fronte, a partire dall’Università, alle forze dell'ordine deputate ai controlli ai Cras e ai soggetti che svolgono le attività di recupero e primo soccorso della fauna”./G.Ma.

 

                       

 

 

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