Sanità. Si rinnova in Emilia-Romagna la Rete regionale per le malattie emorragiche congenite. Venturi: “Risposte più qualificate ai bisogni dei malati e maggiore tempestività nelle emergenze”

La Giunta approva il nuovo assetto organizzativo per la prevenzione, diagnosi e terapia di malattie del sangue considerate rare, che interessano circa 1.400 pazienti. Il nodo Hub, una grande struttura ospedaliera altamente specializzata per i casi più gravi, rimane a Parma, e i nodi Spoke, con un ruolo diagnostico-assistenziale e di controllo medico dei pazienti, restano a Bologna e a Cesena

06/06/2018 11:15

Bologna- La Rete regionale per la prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie emorragiche congenite (Mec) che in Emilia-Romagna (dati 2017 - Fonte Registro Mec) interessano 1.413 pazienti, cambia assetto, in modo graduale,a partire dal prossimo 1° luglio. A stabilirlo, un provvedimento approvato dalla Giunta regionale, che definisce la nuova distribuzione sul territorio regionale dei centri specializzati nel trattamento di questo gruppo dimalattie rare individuate a livello nazionale.
Organizzata sempre secondo il modello dell’Hub & Spoke, l’attuale Rete sarà composta da 3 strutture di alta specializzazione, in collegamento con ospedali e specialisti del territorio, per il trattamento di gravi patologie ereditarie che riguardano la coagulazione del sangue, come ad esempio l’emofilia di tipo A e B e le piastrinopatie.

Il centro Hub, che rappresenta la struttura ospedaliera per il trattamento delle situazioni più complesse, è collocato presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Lo stesso centro copre, inoltre, la presa in carico del bacino di utenzadelle province di Piacenza, Reggio Emilia, Parma e Modena.
All’Hub si affiancano i centri Spoke: strutture con un ruolo diagnostico-assistenziale e di controllo medico dei pazienti che si avvalgono delle competenze dell’Hub solo nei casi di maggiore complessità. Questi centri fanno capo all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, per i pazienti di Bologna e Ferrara, e all’Azienda Sanitaria della Romagna con sede nell’Ospedale di Cesena, per i pazienti di Ravenna, Rimini, Forlì e Cesena. 
Con il nuovo assetto si potrà quindi intervenire sulla presa in carico dei pazienti in caso di emergenza, introducendo la possibilità per i Pronto soccorso dei rispettivi territori di contattare un professionista esperto del Centro Hub o Spoke. 

“Nella riorganizzazione della rete sanitaria dedicata a questo tipo di malattie rare abbiamo tenuto conto dei bisogni dei cittadini con patologie che necessitano di competenze cliniche avanzate e continuità della cura- spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Ci siamo impegnati nella rimodulazione della rete secondo un principio di maggiore concentrazione delle funzioni dei nodi, rafforzando al contempo la risposta di prossimità nelle situazioni di emergenza. Il nuovo assetto- prosegue l’assessore- comporterà una maggiore razionalizzazione del sistema grazie al quale prevediamo, per i tre nodi della rete “Hub e Spoke”, un incremento del numero di pazienti in carico. Ancora una volta- conclude Venturi - la sanità in Emilia-Romagna si evolve e si rafforza in termini di qualità ed efficienza, cercando di dare risposte sempre più qualificate ai bisogni dei malati e maggiore tempestività nelle emergenze”. 

Tempi e modalità di trasformazione della Rete
L’avvio della nuova rete, e soprattutto il trasferimento dei pazienti attualmente in carico alle precedenti strutture nei 3 Centri previsti nella nuova organizzazione, è una fase delicata che la Regione intende svolgere con la massima attenzione e trasparenza per tutto il periodo di transizione (1 luglio - 31 dicembre 2018). Durante questo periodo i pazienti riceveranno informazioni rispetto alla nuova organizzazione e potranno anche esercitare un diritto di scelta e afferenza ai nuovi centri, acconsentendo contestualmente al trasferimento della propria documentazione sanitaria. /Ti.Ga.

 

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