Regione. “Il bel gioco dura…per sempre”: oggi il seminario nella Sala Polivalente Guido Fanti. La vicepresidente Gualmini: “Il nostro impegno su interventi trasversali: dallo sport all’infanzia, fino al patto regionale per l’adolescenza”

Il gioco come relazione e inclusione, esperienza di libertà e responsabilità; ma anche i rischi connessi al gioco d’azzardo patologico. L’evento organizzato dall’Assemblea Legislativa, Università di Bologna e Libera università del gioco (Lungi)

16/03/2018 16:46

Bologna - Un’esperienza umana, educativa e ludica fondamentale, in tutte le età della vita e non solo nell’infanzia. Un’alternanza di allontanamento dalla realtà, ma anche di imitazione e “riedizione”, di divertimento e di concentrazione. Un’attività che però, in determinati contesti e situazioni, può diventare anche dipendenza e assumere connotazioni patologiche. È il gioco, protagonista del seminario che si è svolto oggi pomeriggio nella Sala Polivalente Guido Fanti. Un’occasione di riflessione, con esperti e studiosi, organizzato dall’Assemblea Legislativa, l’Alma Mater Studiorum e la Libera università del gioco (Lungi). Ad aprire i lavori l’intervento della vicepresidente della Giunta e assessore alle Politiche di Welfare, Elisabetta Gualmini. Presenti, in rappresentanza della presidente dell’Assemblea Legislativa Simonetta Saliera, i consiglieri Francesca Marchetti e Mirco Bagnari.

“Il gioco concorre alla qualità della vita della persona e della comunità in cui vive- ha ricordato Gualmini- e come amministratori ce ne occupiamo in modo multidimensionale e nelle sue diverse sfaccettature: dall’infanzia all’adolescenza fino allo sport, senza dimenticare le dimensioni patologiche del gioco. Come Regione stiamo infatti lavorando su più fronti: penso al patto per l’adolescenza che ci accingiamo ad elaborare, dove metteremo in campo una serie di interventi specifici anche per la prevenzione dalle dipendenze dal web, o alla specifica azione di sostegno alla partecipazione ai centri estivi degli alunni dalle scuole dell’infanzia alle scuole medie, con cui abbiamo stanziato complessivamente 13 milioni per il biennio 2018-2019”.

C’è gioco e gioco: quello d’azzardo da passatempo può diventare dipendenza, “e quando diventa dipendenza è una malattia” ha sottolineato la vicepresidente, ricordando come in Emilia-Romagna nel solo 2016 siano stati persi 1 miliardo e mezzo nel gioco d’azzardo. “A fronte del fenomeno, la Regione si è dotata di una legge già nel 2013. Un altro tassello importante- ha aggiunto Gualmini- è il Piano regionale integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio di dipendenza dal gioco patologico: approvato a gennaio 2018, promuove tra i cittadini, compresi gli esercenti di locali, la conoscenza dei rischi correlati alle pratiche del gioco patologico”. L’Emilia-Romagna è tra le quattro Regioni italiane (insieme a Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Umbria) il cui Piano “è stato approvato integralmente dall’Osservatorio nazionale, ottenendo così l’autorizzazione- ha concluso Gualmini- da parte del ministero della Salute all’utilizzo della quota del Fondo per il gioco d’azzardo patologico già attribuito alla Regione: 3 milioni e 712 mila euro per il periodo 2017-2018”. /CV

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