Politiche europee per la coesione. L’Emilia-Romagna dice no all’orientamento della Commissione europea di assegnare un ruolo secondario alle Regioni nella gestione delle risorse

La 1 Commissione della Assemblea legislativa conferisce all’unanimità un mandato all’assessorato regionale alle Politiche europee a sostenere la posizione critica dell’Emilia-Romagna rispetto alla possibile marginalizzazione del ruolo delle Regioni

06/02/2018 17:24

Bologna – La I° Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali dell’Assemblea legislativa ha conferito, alla unanimità, all’assessorato regionale alle Politiche europee allo sviluppo un mandato per agire su tutti i tavoli istituzionali del negoziato relativo al futuro delle politiche europee di coesione, sostenendo con forza il ruolo delle Regioni, rigettando la proposta della Commissione europea orientata a consentire agli Stati membri di togliere alle Regioni le risorse-premio al raggiungimento dei target stabiliti e di spostare le risorse a sostegno delle riforme strutturali, già nel periodo 2018-2020.
E’ quanto emerso oggi nel corso della seduta di Commissione, al termine della quale è stata votato all’unanimità una risoluzione che ha sancito la posizione critica della Regione Emilia-Romagna anche rispetto al negoziato in corso a Bruxelles per il prossimo settennato, 2020-2027.
Il documento votato oggi è in linea con la risoluzione del 1 febbraio del Comitato europeo delle Regioni, che per la prima volta ha manifestato l’intenzione di rivolgersi alla Corte di Giustizia europea. In essa si contesta la violazione del principio di sussidiarietà, perché prevede che lo spostamento di risorse possa avvenire senza alcun coinvolgimento delle Regioni.
Le proposte che si stanno avanzando in Europa – è stato sottolineato nel corso della seduta dall’assessorato alle Politiche europee – sembrano privilegiare, da un lato, i programmi a diretta gestione della Commissione europea e a sovradimensionare il ruolo degli Stati nel negoziato e, dall’altro, a considerare come beneficiari dei Fondi strutturali e di investimento europei principalmente, se non esclusivamente, le Regioni in ritardo di sviluppo. Un tipo di approccio che contrasta totalmente con il principio di sussidiarietà, e che relega le Regioni a un ruolo secondario che mette in discussione lo scopo stesso della Politica di Coesione.
La Regione Emilia-Romagna – ha concluso l’assessorato – è convinta che la Politica di Coesione rappresenti una formidabile leva per avvicinare l’Europa ai cittadini e per lo sviluppo equilibrato di tutte le Regioni, consentendo all’economia europea di migliorare il proprio posizionamento competitivo. Le prospettive di crescita per l’Europa dipendono dalla capacità di valorizzare gli asset territoriali e di costruire e rafforzare dal basso i vantaggi competitivi dei sistemi economici locali, attraverso politiche di sviluppo regionale integrato. /BM

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