Difesa del suolo e della costa - Protezione civile.

18/11/1999 13:31

Elettrosmog, progetto di legge della Giunta

Salvaguardare la salute dei cittadini e tutelare l’ambiente dall’elettrosmog dettando le regole per la collocazione delle stazioni radiotelevisive, delle postazioni per la telefonia mobile e degli impianti per la distribuzione dell’energia.

Sono queste le finalità del progetto di legge regionale sull’inquinamento elettromagnetico avanzato dall’assessore al territorio, programmazione e ambiente Renato Cocchi e dall’assessore alla Sanità Giovanni Bissoni e approvato in questi giorni dalla Giunta. Il testo, per il quale viene richiesta la dichiarazione di urgenza, sarà presto esaminato dalla commissione competente del Consiglio regionale e quindi approderà in aula per il dibattito e il voto.

In 21 articoli, la proposta di legge detta agli enti locali e ai gestori di impianti le norme per armonizzare le esigenze di copertura e di qualità dei servizi sul territorio con il rispetto della salute dei cittadini e dell’ambiente. In Emilia-Romagna sono infatti oltre 2 mila i ripetitori radiotelevisivi (circa 60 mila in Italia), oltre 700 gli impianti di telefonia mobile e alcune migliaia i chilometri di reti elettriche. Questa fitta rete di infrastrutture genera campi magnetici che - quando l’esposizione supera la soglia prevista - possono provocare rischi per la salute. Le disposizioni non riguardano comunque gli apparati dei radioamatori, quelli del Ministero degli Interni, delle Forze armate, della Polizia municipale, della Protezione civile e dei servizi di emergenza sanitari.

La Regione Emilia-Romagna, tra le prime in Italia ad affrontare il tema dell’inquinamento elettromagnetico, non aveva ancora disciplinato la materia in attesa di una legge quadro nazionale, per ora approvata solo dalla Camera il 14 ottobre scorso e attualmente all’esame del Senato.

“Secondo il progetto di legge – spiega l’assessore Cocchi - le Province dovranno individuare le aree idonee per gli impianti dell’emittenza radiotelevisiva: sono esclusi i parchi, le riserve naturali, le zone residenziali e gli edifici di interesse storico-architettonico. I Comuni dovranno di conseguenza adeguare la pianificazione urbanistica e spetterà ai sindaci autorizzare l’installazione degli impianti e approvare i piani di risanamento e di delocalizzazione”. In attesa che i Piani provinciali vengano elaborati e inclusi nelle pianificazioni urbanistiche comunali, le autorizzazioni saranno rilasciate da un Comitato tecnico istituito presso le Province. Il progetto di legge prevede contributi regionali per l’emittenza locale fino al 50 per cento della spesa per agevolare interventi di risanamento e insediamenti alternativi.

Gli impianti fissi di telefonia mobile dovranno essere autorizzati dai Comuni, che terranno conto del parere dell’Agenzia regionale prevenzione ambiente (Arpa), delle esigenze di copertura del territorio e di tutela del paesaggio e dell’ambiente. E sempre ai Comuni i gestori dovranno fornire una mappa completa degli impianti fissi funzionanti e di quelli per i quali è prevista l’installazione, anch’essa vietata in parchi, riserve naturali e su edifici di valore storico-architettonico. Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, gli impianti non in regola dovranno essere adeguati o, se si trovano in aree vietate, spostati.

Per gli impianti di distribuzione dell’energia elettrica, il progetto di legge indica, attraverso gli strumenti urbanistici, limiti di esposizione più severi rispetto a quelli fissati dalla normativa statale, in particolare quando gli elettrodotti si trovano vicino ad asili, scuole, parchi, ospedali, luoghi di residenza e di lavoro. Gli impianti non in regola dovranno essere risanati e, per le reti con tensione fino a 150 mila volt, le imprese che distribuiscono energia elettrica avranno due anni di tempo dall’entrata in vigore della legge per presentare alle Province un piano di intervento. Nascerà inoltre, sempre presso le Province, un catasto degli elettrodotti, cioè una mappa completa delle reti di distribuzione con tensione superiore a 30 mila volt. La valutazione tecnica sul rispetto della normativa spetterà all’Arpa in accordo con le Aziende sanitarie locali.

Multe da 2 a 100 milioni sono previste dal progetto di legge per chi, utilizzando sorgenti o impianti che generano campi elettromagnetici, supera i limiti previsti.

In Emilia-Romagna le stazioni radio e tv sono 2238 (1914 private, 324 della Rai). La provincia più attrezzata è quella di Bologna con 513 apparecchiature, quella meno provvista è Rimini con 9. Nel forlivese si trovano 484 impianti, nel parmense 370, nel modenese 268, nel reggiano 190, nel piacentino 155, nel ferrarese 136 e nel ravennate 113.

Gli impianti di telefonia mobile sul territorio regionale sono invece 720: la Tim ne ha 382, Omnitel 303 e Wind 35. Anche in questo caso la provincia più attrezzata è quella di Bologna con 184 apparecchiature, mentre la meno provvista è quella di Piacenza con 43. La mappa regionale registra inoltre 85 impianti nel modenese, 76 nel ravennate, 74 nel forlivese e altrettanti nel parmense, 68 nel reggiano, 60 nel ferrarese e 56 nel riminese.

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ultima modifica 2024-03-12T12:01:54+02:00

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