Attività Produttive - Sviluppo economico - Piano telematico

30/01/2007 15:54

Piano energetico regionale

(Bologna, 30 gennaio 2007) - Risparmio e uso efficiente dell’energia, valorizzazione delle fonti rinnovabili, completa riconversione del parco termoelettrico, investimenti e ricerca per nuove tecnologie per l’industria, standard di riduzione dei consumi energetici e certificazione energetica degli edifici, sviluppo dei servizi di energy management: per una energia sostenibile quindi più sicura, più efficiente, più pulita, per i cittadini e le imprese. Sono questi i punti chiave del nuovo Piano energetico regionale, approvato dalla Giunta regionale e che sarà discusso a breve dall’Assemblea di viale Aldo Moro. Il Piano è previsto dalla legge regionale 26 del 2004, la prima in Italia ad affrontare, a livello regionale, la complessità dei temi e dei problemi che confluiscono nella “questione energetica” e ad inquadrare gli interventi di competenza della Regione e degli enti locali all’interno di una programmazione. Stella polare del Piano è l’impegno di attuare in Emilia-Romagna il Protocollo di Kyoto e cioè l’accordo internazionale per ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. Il Piano fissa infatti innanzitutto lo scenario degli obiettivi da perseguire in tutti i settori (dai trasporti all’industria, al residenziale, al terziario) per intraprendere la via della realizzazione degli obiettivi fissati a Kyoto, che in Emilia-Romagna significa il traguardo impegnativo del - 6% rispetto al livello emissioni del 1990. Occorre quindi tagliare, come dice il linguaggio di Kyoto, oltre 6 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 “equivalenti”. Il Piano prevede stanziamenti regionali pari a circa 90 milioni di euro in tre anni per la realizzazione di interventi che riguardano il risparmio energetico e la valorizzazione delle fonti rinnovabili negli edifici, negli insediamenti produttivi e nei trasporti. La Regione proporrà un’intesa al Governo per un cofinanziamento di interventi anche in rapporto alle nuove risorse e iniziative attivate dalla Legge finanziaria. “E’ necessario realizzare una grande trasformazione e una grande innovazione del sistema energetico regionale - ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli - che producano energia sostenibile, certificando i risultati del risparmio energetico e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili. Per raggiungere gli obiettivi di Kyoto è anche importante che il Governo confermi i finanziamenti alle infrastrutture per la mobilità, al servizio ferroviario metropolitano e alle metrotramvie nelle città”. Il Piano energetico traccia lo scenario evolutivo del sistema energetico regionale e definisce gli obiettivi di sviluppo sostenibile a partire dalle azioni che la Regione ha sviluppato negli ultimi anni, soprattutto sul fronte della riqualificazione del sistema elettrico. E’ da ricordare, infatti, che si è realizzata già dal 2000 la completa trasformazione del parco termoelettrico regionale con l’adozione delle nuove tecnologie di alimentazione a metano che hanno sostituito tutte le vecchie centrali alimentate ad olio combustibile. In questo modo, grazie alla maggiore efficienza e al minore impatto, si ha a disposizione più energia e si è assicurata una condizione di equilibrio del bilancio elettrico regionale tra richiesta e produzione e, contemporaneamente, una riduzione significativa di emissioni inquinanti per kilowattore prodotto (oltre 500.000 tonnellate). Gli interventi nei poli termoelettrici di Piacenza, Ravenna e Ferrara hanno permesso di passare, in Emilia-Romagna, da un deficit di bilancio elettrico che aveva raggiunto il 60% nel 1998 ad una situazione di sostanziale equilibrio tra domanda e offerta di potenza elettrica. A partire da questo dato, il Piano prevede di affrontare i temi del fabbisogno di energia elettrica, da oggi al 2015, attraverso un uso razionale, lo sviluppo delle fonti rinnovabili (cogenerazione e microgenerazione) e interventi per la messa in sicurezza del sistema elettrico regionale anti-blak out. Contemporaneamente il Piano indica gli obiettivi di risparmio energetico: per quasi un terzo dovranno venire dal risparmio nel settore residenziale e civile, per il 40% dal settore dei trasporti mentre nell’industria, che ha già visto avviati processi di innovazione energetica, il risparmio da realizzare è del 25%. Il Piano traccia quindi le linee di intervento, con attenzione alla ricerca applicata, alla promozione di impianti e sistemi ad alta efficienza energetica, all’informazione e all’orientamento dei cittadini, alla formazione dei tecnici e alla riqualificazione del sistema regolamentare. 

GLI INTERVENTI 

Gli interventi previsti dal Piano riguardano: - il risparmio di energia per circa un milione e settecentomila tonnellate equivalenti di petrolio (tep, unità di misura che permette di confrontare le diverse fonti di energia, quali il gas, il petrolio, l’energia elettrica, ecc...), con interventi riguardanti gli edifici, l’industria, i trasporti e l’agricoltura; - la valorizzazione delle fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermia, biomasse) per ottenere una potenza aggiuntiva pari a circa 400 mw; - la diffusione di piccoli impianti di produzione di energia legati alle esigenze dell’utenza finale (la cosiddetta “generazione distribuita” ad alta efficienza, attraverso la diffusione della tecnologia della cogenerazione del teleriscaldamento) per ottenere 600 mw di potenza aggiuntiva e per mettere il sistema in sicurezza anti-blak out. Gli strumenti previsti comprendono innanzitutto l’emanazione di nuove norme sul rendimento energetico degli edifici in Emilia-Romagna, con standard più stringenti rispetto al passato. E’ prevista, inoltre, la realizzazione di un sistema regionale di certificazione energetica degli edifici (simile a quanto già realizzato per gli elettrodomestici) che riguarderà innanzitutto i nuovi edifici, le grandi ristrutturazioni degli edifici esistenti e i casi di compravendita; e la promozione del progetto “calore pulito” per la utilizzazione delle caldaie a tecnologie più avanzate negli usi domestici. In particolare, per quanto riguarda gli edifici pubblici (dai municipi, alle scuole, agli ospedali) sarà avviato un piano di riqualificazione energetica, prevedendo nell’immediato l’attivazione di contributi a favore di interventi di diagnosi energetica. La Regione prevederà, poi, che siano applicati criteri di risparmio energetico in ogni procedura di aggiudicazione degli appalti pubblici, così come nella acquisizione di beni e servizi per la pubblica amministrazione aventi incidenza sui consumi di energia. Il Piano energetico regionale stabilisce poi di promuovere veri e propri “piani-programma” delle Province e dei Comuni, una sorta di piani regolatori energetici, per il risparmio, l’uso razionale dell’energia e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, a cominciare dagli interventi in tutti gli edifici pubblici. Il Piano si propone quindi di mettere in moto una “macchina di produzione” dell’energia sostenibile facendo sì che gli interventi di Regione ed Enti Locali possano promuovere la contabilizzazione dei “certificati verdi” (energia da fonti rinnovabili) e “certificati bianchi” (energia risparmiata) che premiano anche economicamente sul mercato i risultati di risparmio e di sviluppo delle fonti rinnovabili. E’ previsto, inoltre, che nei nuovi insediamenti innanzitutto dell’edilizia residenziale pubblica l’approvvigionamento energetico si realizzi con fonti rinnovabili e cogenerazione e che per gli interventi privati si promuovano accordi per lo stesso obiettivo. Il Piano punta poi anche sulla riqualificazione energetico-ambientale degli insediamenti produttivi, con lo sviluppo di aree definite “ecologicamente attrezzate”, promuovendo impianti e servizi energetici comuni, e anche qui con cogenerazione e fonti rinnovabili. Il Piano sostiene, inoltre, un nuovo programma per l’“agroenergia”, per l’adozione dei piccoli impianti biogas o biomassa nelle imprese agricole e per la realizzazione della riconversione necessaria della produzione bieticolo-saccarifera in produzione agroenergetica. Infine, il Piano energetico ribadisce l’importanza decisiva anche per l’equilibrio energetico ambientale dei grandi interventi indicati nel Piano trasporti regionale a sostituzione del trasporto su gomma con i sistemi ferroviari regionali e di metrotramvia; e guarda alla promozione di attività di ricerca applicata, allo sviluppo tecnologico, alle attività sperimentali e dimostrative, allo sviluppo di campagne informative e di programmi didattici volti a coinvolgere il mondo della scuola. 

IL BILANCIO ENERGETICO REGIONALE 

L’Emilia Romagna ha un consumo interno lordo pari a circa 18 milioni di tep l’anno. Il 70% dell’energia consumata in regione è importata, mentre la produzione interna, pari a 5,5 milioni di tep, copre il restante 30%. In assenza degli interventi correttivi prospettati dal Piano energetico regionale, si avrebbero una continua crescita dei consumi interni, una sempre più accentuata dipendenza dalle fonti di importazione (con i rischi di black out e di esposizione alle crisi del mercato internazionale) e un aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera. E’ sulla base di questo scenario evolutivo che il Piano energetico regionale delinea le azioni sopra indicate per il prossimo decennio. /BG

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