I Programmi
darea avviano unesperienza di programmazione negoziata sul territorio tra le
più avanzate. Si tratta di un processo che ha alla base una nuova filosofia, una nuova
concezione della Regione, del suo ruolo, del suo governo, dei suoi protagonisti, dei suoi
obiettivi. Un passo importante che precisa ulteriormente cosa intendiamo quando diciamo
che la nuova Regione deve gestire meno e programmare di più, dando opportunità, entro un
sistema di regole, a chi ha idee e voglia di fare.
Solo così riusciremo a sostenere le nuove condizioni della
competizione internazionale alla quale non si può più rispondere riproponendo modelli di
sviluppo imitativi ed emulativi che hanno reso forte la nostra Regione, ma che non sono
più adeguati. Per realizzare ciò abbiamo introdotto un nuovo metodo che ha portato a
questo risultato: non più un sistema organizzato in modo verticale, ma una programmazione
concertata che mette attorno a un tavolo tutti i soggetti interessati a ogni singolo
programma.
Una tale procedura ha semplificato liter
amministrativo, in modo che il fattore tempo possa assumere in concreto una valenza
economica di segno positivo. Questa nuova concezione privilegia una logica di patto dal
basso, nel quale la Regione è uno dei soggetti attivi. Non sostituisce, ovviamente, la
struttura di intervento per settori, ma introduce una modalità innovativa che parte dalla
complessità dei territori e dal coinvolgimento paritario e pattuale di tutti i suoi
protagonisti istituzionali, economici, sociali, culturali pubblici e privati.
Siamo di fronte alla sperimentazione di percorsi che
prevedono una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti, che si esprime e si
realizza attraverso la programmazione negoziata degli obiettivi da raggiungere. Non
cè più una Regione che predispone i programmi e coinvolge i diversi attori sociali
solo al momento della loro attivazione, ma i privati interagiscono con le istituzioni
pubbliche fin dallinizio dellelaborazione delle proposte. Come chiarisce la
legge regionale "[
] I programmi darea sono promossi dalla Giunta
regionale soltanto nel caso in cui gli enti locali ricompresi nellambito
territoriale interessato diano il loro assenso e partecipino alla loro predisposizione e
realizzazione".
Come si vede, il cambio di visuale non è di poco conto. Se
è attribuito alla Giunta il compito di proporre i programmi darea, questa non è
comunque unazione calata dallalto, nasce al contrario dallinteresse
degli attori e dei territori individuati. Territori che comprendono al loro interno
situazioni omogenee alle quali va data una risposta complessiva quella contenuta
nel programma darea elaborato.
Con i programmi darea intendiamo sperimentare un
ruolo nuovo della Regione.
Rispetto alle risorse non si tratta di aumentarne la
quantità e di farle confluire in un determinato territorio, ma di scommettere sulla
diversa programmazione del loro impiego attraverso la concertazione tra pubblico e privato
direttamente coinvolti nei programmi. Le risorse sono quelle previste dalla copertura
finanziaria del progetto, ma anche dallattivazione delle risorse messe in campo
dalla componente privata.
Anche in questo ambito, la natura di patto sottoscritto da
tutti i soggetti interessati mostra la sua portata innovativa e la sua validità
operativa.
Vogliamo rispondere alle domande dei territori che
compongono il sistema regionale. Vogliamo che queste risposte siano valide rispetto alla
complessità dei singoli territori. Ciò significa corrispondere a più aspettative:
precisamente a tutte quelle rappresentate dai soggetti che interagiscono e si mettono in
gioco nel programma darea. Significa anche che la nostra capacità di innovazione
sarà misurata da più punti di vista.
Sfide nuove dove tutti i soggetti mettono alla prova se
stessi.
Protagonisti nella realizzazione del tessuto reticolare
della nuova Regione.
Gli otto programmi speciali darea che interessano il
nostro territorio regionale riguardano le aree urbane di Modena e Reggio Emilia,
larea portuale di Ravenna, le città della costa, il Basso ferrarese, la Valle del
Reno, il Parco della salute compreso tra le province di Parma e di Piacenza e la
promozione turistica di Val Tidone e lAlta Val Luretta piacentine.
LEmilia-Romagna è la prima Regione italiana a
praticare questa modalità di programmazione che si sta concretizzando con limpegno
di risorse pubbliche, sui bilanci 1998-2000, pari a circa 226 miliardi da parte della
Regione e di 319 degli enti locali e territoriali. A questi stanziamenti si vanno poi ad
aggiungere quelli dei privati, stimati in oltre mille e duecento miliardi. Già da questo
primo dato si coglie il senso della legge n. 30/1996 che istituisce i programmi
darea: puntare sui territori, uscendo dalla logica settoriale e coinvolgendo in
maniera paritaria tutti i soggetti economici, sociali, istituzionali disponibili a farlo.
Protagonisti di una partnership che funziona, elabora, attua e controlla i programmi.
La legge sui programmi darea avvia un processo e
inaugura una procedura che privilegiano una logica di patto costruito dal basso, con la
Regione come catalizzatore. Si tende a fuoriuscire dal modello piramidale, secondo una
gerarchia, per sperimentare una struttura a rete: reti di politiche industriali, di
piattaforme infrastrutturali, reti di politiche turistiche. Allinterno di un sistema
regionale coeso e competitivo rispetto di fronte alle stesse Regioni dEuropa e
capace di affrontare le sfide della globalizzazione. La legge assume un carattere
sperimentale e punta a offrire spazi nuovi per le politiche economiche, in quanto abbrevia
la gestazione degli investimenti e introduce la complementarietà e contemporaneità degli
interventi dei diversi soggetti in un tempo definito. In breve, siamo di fronte a
strumenti innovativi di programmazione negoziata con i quali la Giunta regionale
garantisce con un atto amministrativo la copertura finanziaria al progetto,
avendo assolto nella concertazione la procedura amministrativa.
Si tratta di uno strumento di programmazione economica che
si esplica attraverso un atto di natura contrattuale tra tutti i soggetti coinvolti,
pubblici e privati.
I primi risultati della sperimentazione avviata nel
settembre 1998 sono positivi, essendo state sottoscritte le intese, selezionati gli
interventi e le modalità di realizzazione. La seconda fase di sperimentazione, che
coincide con la fine della legislatura, dovrà portare alla firma conclusiva gli accordi
di programma e allerogazione dei primi fondi.
Nuovi scenari si aprono, a tutti sarà richiesto un ruolo
attivo e innovativo: fra questi la Regione ha già iniziato e vuole fare la propria parte.